Ho pensato molto a quale ricetta inserire in questo periodo, perché, purtroppo, qualche giorno fa mio zio, il figlio di Nonna Dedi (di cui vi ho parlato nella ricetta delle tagliatelle), ci ha lasciato. Con lui condividevo la mia grande passione per la cucina e in questo era il mio punto di riferimento. In cucina se avevo qualche dubbio, il primo pensiero era alzare il telefono e chiamarlo. Lui sapeva tutto, lui mi ha insegnato moltissimo, negli ultimi anni mi ha anche fatto delle vere e proprie lezioni sulla pasta fatta in casa, sui cappelletti, sui muffin e su molte altre ricette.
Qui vi riporto una delle prime ricette che mi ha insegnato: i cappelletti. Una ricetta che ho mangiato tanti anni a casa sua a Natale, una tradizione che non voglio perdere e che terrò viva proprio per sentirlo più vicino.
Un abbraccio Zio Roberto, nel cielo c’è una stella in più che brilla! È la stella del nostro rapporto, tenuta dal filo invisibile del nostro immenso amore. La foto finale è proprio il risultato di quando li abbiamo fatti per la prima volta insieme il 15 marzo 2016!
150 gr. Lombo di maiale tritato
100 gr. Lombo di vitello tritato
50 gr. parmigiano grattugiato
10 gr. di burro
1 uovo
Un pizzico di Sale
Odore di noce moscata
2 uova a pasta gialla
200 gr. Di farina di semola di grano duro
1 cucchiaio di olio (facoltativo)
Un pizzico di sale
Un po’ di farina per stendere la pasta.
1) Cuocere le due carni in una padella con i 10 gr. Di burro.
2) Salare la carne.
3) Impastare la cerne con il parmigiano e l’uovo, aggiungendo la noce moscata.
4) Mettere il ripieno in frigo per almeno due ore prima di utilizzarlo per formare i cappelletti.
1) Disporre la farina a fontana su una spianatoia.
2) Nel mezzo inserire le uova e il sale (in questo punto inserisco, nella mia versione, o meglio nella versione di zio Roberto, anche l’olio, ma è facoltativo).
3) Iniziare a incorporare la farina con una forchetta, rompendo le uova e raccogliendo la farina ai bordi interni della fontana.
4) Quando le uova non risultano più molto liquide, iniziare a impastare con le mani, fino a formare un panetto liscio.
5) Far riposare il panetto coperto (io solitamente lo metto sotto una boule rovesciata) per circa un quarto d’ora.
6) Infarinare la spianatoia, prendere una parte di sfoglia e passarla sulla farina da ambo i lati.
7) Stenderla con il matterello in modo da renderla più sottile possibile.
8) Per la preparazione dei cappelletti, non occorre lasciar asciugare la sfoglia, altrimenti si fa fatica a chiuderli.
1) Tagliare la sfoglia in quadrati da 2 cm.
2) Posizionare nel centro una noce di ripieno.
3) Piegarli a triangolo e chiudere bene i due lati sovrapposti.
4) Chiudere le due estremità del triangolo, sovrapponendole, in modo da formare la classica forma del cappelletto.
I cappelletti vanno rigorosamente mangiati in brodo di carne e cappone, almeno a casa di zio Roberto e zia Maria a Natale si usa così! Anche se, fino alla veneranda età di 18 anni, io, che ero sempre un po’ bastian contrario, chiedevo a mia zia di condirmeli con la panna. Ok, ok, zia e zio inorridivano, e ora penso: “Meno male che sono cresciuta e perché li ho rovinati per 18 anni?”.
Se avete avuto tempo di prepararne molti, potete congelarli. Dovete avere l’accortezza di congelarli su dei vassoi mettendoli separati uno dall’altro, quando saranno congelati potrete toglierli dal vassoio e conservarli in una busta chiusa per alimenti nel surgelatore e all’occorrenza cuocerli da congelati!
Se poi volete assaggiare i cappelletti emiliani originali, dovete andare a casa di mia zia, solo lì i cappelletti sono unici e originali!
Ciao zio!
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